Da dove deriva il termina “moschea”?
Il termine principalmente deriva dallo spagnolo, con origini nella lingua semitica aramaica. Ma l’influenza delle popolazioni del magreb ha avuto la meglio sull’uso del temine.
Il termine usato comunemente in Italia nel definire il luogo di culto dei musulmani è moschea. Non è un termine originario della nostra lingua, ma proviene dallo spagnolo “mezquita”.
La penisola iberica è stata la prima terra d’Europa dominata per secoli dagli arabi, dove ebbero la loro maggiore espansione culturale, economica, politica, architettonica e intellettuale nella regione dell’Andalusia.
Qui fu costruita il più grande masjid sul territorio europeo dell’epoca: il masjid di Cordoba nel 785, denominato come masjid akbir, المسجد الكبير, Grande Moschea.
Come letto, ho usato articolo e aggettivo al maschile nella traduzione diretta dall’arabo, perché il suo genere è maschile.
Mezquita, si fa derivare dal termine originario arabo مسجد, ossia masjid che significa luogo di prosternazione. Esso deriva dalla radice سجد che significa prosternarsi, inchinarsi. La radice proviene dall’aramaico con radice semitica m-s-g-d, che indicava un pilastro sacro dove compiere le orazioni.
Mezquita, però, non ha diretta provenienza araba, come è su tutti i vocabolari, ma dalla lingua delle popolazioni berbere che abitavano in maggioranza la Penisola iberica per la stretta vicinanza al Magreb, che hanno lasciato più influenza rispetto agli arabi stessi sulle usanze e costumi spagnoli. Infatti, in berbero o amazigh, come in spagnolo, italiano e la maggior parte delle lingue occidentali, il termine che indica il luogo di prosternazione o di culto è femminile ed è detto: mezgida.
Bisogna precisare che in Italia, di veri e propri masajidu, dall’arabo مساجد ne esistono pochi e sono quello di Roma, Palermo, Firenze Val d’Arno, Forlì e Milano Segrate, che è stato il primo costruita in Italia, dopo la distruzione di tutte le moschee nel sud Italia nel periodo del tardo Medioevo. Il resto sono centri islamici e sale di preghiera, meglio dette in arabo musalla “مصلى”. (masajidu è il plurale di masjid, che indica molti masjid, per definire la coppia o solo due masjid in arabo di dice masjidayn مسجدين).
Per essere definito masjid, esso deve avere delle caratteristiche principali, tra cui la cupola e il minareto, una parte dedicata e frequentata solo per la preghiera e altri luoghi attinenti dove poter soggiornare, organizzare conferenze, scuole etc… All’interno delle moschee, dove si prega, non è consentito fare tutto ciò che viene fatto in molti centri italiani o europei, per questioni di rispetto verso il luogo dove si prega Iddio. In nessun paese musulmano, la moschea viene usata come luogo dove mangiare o compiere dibattiti e simili o situata in ambienti angusti e pericolosi per la salute del fedele. Per chi è di fede cattolica, è come se nelle chiese, si decide di organizzare una cena, un dibattito pubblico o un evento. Irrispettoso vero? Lo stesso vale per i masajidu. In occidente si è seguito questo sistema, solo perché i primi stranieri immigrati per lavoro non avevano un luogo dove ritrovarsi insieme per sentirsi più uniti e aiutarsi a vicenda.


